giovedì 2 febbraio 2017

Il silenzioso dolore di Joy


“Maria perché piangi?”
“Non è niente,” singhiozzò la donna, poi, dopo un respiro profondo prese le mani di Joy nelle sue “non è vero, c’è qualcosa che ti devo dire...” non poté continuare perché entrarono Bachisio e nonna Peppina tutta imbacuccata.  
“Nonna!” Urlò Joy avvicinandosi per baciare l’anziana, “come stai? Mi hai fatto spaventare, ti vuoi sedere vicino al fuoco?”
“Hai altre domande da farmi?” Gracchiò la nonna evitando i baci di Joy “Lasciami stare!” Tolse il suo scialle di lana nera e il fazzoletto dalla testa. “E po ite ses enniu innoi?”
“Come?”
“Perché sei venuta qui? Cosa vuoi da noi?”
“Mamma!” Disse Maria prendendo l’anziana per il braccio, ed aiutandola a sedersi sulla seggiola davanti al camino. “Perché non ti prepari un bell’infuso? Ti ho portato su il tuo pentolino dalla cantina,  l’acqua è qui pronta a bollire e le foglie di alloro sono sulla mensola.”
Joy rimase turbata dalle parole e dal rifiuto della nonna, proprio non capiva perché fosse così adirata con lei. Era forse perché non stava bene, o c’era qualcos’altro? Decise, ad ogni modo, di non insistere, ed iniziò a sgombrare il tavolo e lavare le stoviglie usati per preparare l’agnello. Nessuno si era accorto che piangeva, è sempre stata brava a nascondere la tristezza. Maria, Bachisio e la nonna  erano tutti e tre troppo impegnati in una discussione molto animata in sardo, per accorgesi delle sue lacrime che rimbalzavano nell’acqua saponata dei piatti sporchi. Accarezzò la piccola ma profonda cicatrice che aveva sul polso sinistro, conseguenza della sua disperazione, dopo aver perduto l’unica persona che l’ascoltava nei momenti difficili. Era la notte in cui morì nonna Teresina, Joy si chiuse nel buio silenzio della sua camera, davanti a sé un rasoio affilato e due scelte; farla finita o affrontare la vita... all’ultimo minuto scelse la seconda.

Fece un respiro profondo mentre accarezzava nuovamente la sua piccola epifania Joyciana personale. Asciugò la faccia con la manica della felpa bisbigliando una frase che le faceva ripetere nonna Teresina. “Nessuno merita le mie lacrime... nessuno merita le mie lacrime... nessuno merita le mie lacrime!”

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