lunedì 30 gennaio 2017

Il dolore di Tzia Bonaria






Joy si sentì ancora tanto triste al risveglio. Il giorno precedente era iniziato male per colpa dalla discussione tra Maria e la nonna. Dopo aver trascorso un’oretta in camera era andata in cucina per il pranzo, qui trovò le due donne e Bachisio che l’aspettavano. Maria aveva preparato la pasta al sugo e Bachisio aveva tagliato del prosciutto crudo, come dolce c’erano gli amaretti. Era come se non fosse accaduto niente fra le due donne, anche se notava che fra i tre c’era una certa tensione. Dopo pranzo tutti insieme andarono a passeggiare per le strade del paese, anche per visitare un’anziana molto malata. Maria aveva preparato un piccolo vassoio con alcuni amaretti, nonna aveva raccolto dei fiori freschi in giardino e Bachisio era andato in cantina a prendere una bottiglia di mirto.
Arrivati ad una vecchia casa, Maria l’aveva informata che lì viveva Tzia Bonaria, la madre del macellaio. Il tetto era coperto da antiche tegole di argilla, e dal comignolo fuoriusciva un filino di fumo grigio. Joy era sorpresa nel vedere una ventina di persone raggruppate nella piccola cucina, gli uomini stavano vicino al caminetto, mentre le donne erano sedute attorno al tavolo. Tutti parlavano a bassa voce.

Sdraiata su un letto sistemato in fondo alla cucina stava la donna anziana. A turno Maria, Bachisio ed infine nonna Peppina si erano avvicinati a Tzia Bonaria, le diedero un bacio sulla fronte per poi segnarsi con la croce. Nonna Peppina costrinse Joy a prendere la fragilissima mano dell’anziana, mentre tutti la guardavano in silenzio. Tzia Bonaria aveva aperto gli occhi giusto per un attimo, erano neri e profondi come un pozzo senza né luce né fine. La donna strinse la mano di Joy e le sussurrò qualcosa, ma la ragazza non fu in grado di capire. Dopo un sospiro profondo Tzia Bonaria chiuse gli occhi, e Joy vide le lacrime che irroravano lentamente gli aridi sentieri, creati dalle sue profonde rughe. 

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