“Sì scusami nonna, cercherò di non interromperti più,
ma storia questa storia è meravigliosa, non resisto!”
“Mmm... Stavo dicendo che quando un malato non aveva
più speranza di guarire, ed era costretto a letto, sopportando tante
sofferenze, i familiari andavano a chiamare L’Ultima Madre nascosti dal buio
della notte. Lei allora li seguiva e visitava il malato, assicurandosi che non
ci fosse più niente da fare, e sopratutto che fosse il malato a soffrire e non
i parenti!” Diede un’occhiata a Maria. “Perché ci sono ancora dei parenti che
non vogliono i vecchi in casa!”
“Ti sento mamma!”
L’anziana prosegui nel racconto, fissando le fiamme
nel caminetto. “Quando era sicura che il malato soffriva troppo, controllava la
sua stanza e faceva togliere tutti gli oggetti religiosi nelle vicinanze del
letto di morte. Dallo scialle prendeva la sua arma di morte… Su Mazzolu, un
bastone di legno tagliato da un ramo biforcuto di olivo. Lo afferrava con
precisione e alleviava le sofferenze con un colpo secco alla nuca…”
“Pulito, istantaneo e preciso!” Disse Maria
apparecchiando il tavolo.
“Allora se ho capito bene”, Disse
Joy, “questa donna aiutava i bambini a nascere, ma uccideva i moribondi?”
“Sì Loi, hai capito bene!”
“Erano morti viventi,
poverini, come Tzia Bonaria, pace all’anima sua.” Maria si segnò con la croce.
“Tu vieni con noi al funerale stasera, Joy?”
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