giovedì 26 gennaio 2017

L'ultima Madre







“Devi ascoltare!” ripeté l’anziana sistemandosi meglio sullo sgabello.
“Sì scusami nonna, cercherò di non interromperti più, ma storia questa storia è meravigliosa, non resisto!”
“Mmm... Stavo dicendo che quando un malato non aveva più speranza di guarire, ed era costretto a letto, sopportando tante sofferenze, i familiari andavano a chiamare L’Ultima Madre nascosti dal buio della notte. Lei allora li seguiva e visitava il malato, assicurandosi che non ci fosse più niente da fare, e sopratutto che fosse il malato a soffrire e non i parenti!” Diede un’occhiata a Maria. “Perché ci sono ancora dei parenti che non vogliono i vecchi in casa!”
“Ti sento mamma!”
L’anziana prosegui nel racconto, fissando le fiamme nel caminetto. “Quando era sicura che il malato soffriva troppo, controllava la sua stanza e faceva togliere tutti gli oggetti religiosi nelle vicinanze del letto di morte. Dallo scialle prendeva la sua arma di morte… Su Mazzolu, un bastone di legno tagliato da un ramo biforcuto di olivo. Lo afferrava con precisione e alleviava le sofferenze con un colpo secco alla nuca…”
“Pulito, istantaneo e preciso!” Disse Maria apparecchiando il tavolo.
“Allora se ho capito bene”, Disse Joy, “questa donna aiutava i bambini a nascere, ma uccideva i moribondi?”
“Sì Loi, hai capito bene!”

“Erano morti viventi, poverini, come Tzia Bonaria, pace all’anima sua.” Maria si segnò con la croce. “Tu vieni con noi al funerale stasera, Joy?”

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