“Venite vicino al camino che vi racconto la storia,” propose nonna Peppina alle due ragazze “Maria ci porterà il caffè qui, vero?”
“Sì certo,” rispose Maria alzandosi, “tanto devo
mettere insieme qualcosa di veloce per il pranzo.”
Joy e Lucia, entrambe con un quaderno in mano, si
sedettero accanto alla nonna che sistemava la legna nel camino.
“Siamo tutte orecchi nonna, sono curiosissima.” Disse
Joy con entusiasmo “Chi sono le Panas?”
Nonna Peppina schiarì la voce ed iniziò a raccontare
a bassa voce. “Le Panas sono spiriti di donne, morte mentre davano alla luce i
propri figli...”
“Poverine...” ansimarono insieme Lucia e Joy.
“Bah! Ascoltando siete?”
“Scusa nonna,” dissero le ragazze in coro.
L’anziana schiarì nuovamente la voce e continuò la
storia. “Questi spiriti sono condannati a vagare per le notti lungo i fiumi, per
lavare in silenzio i panni dei loro neonati. Per trovare pace devono sciacquare
i panni per sette anni di fila, poverritas. Mi raccomando”, avvertì nonna
Peppina con aria seria, “se uscite quando c’è buio. e passate accanto ad un
corso d’acqua, se ne vedete una non dovete né parlarle, né interrompere il suo
lavoro. Se lo fate lei sarà obbligata a rincominciare dall’inizio e, vi
avverto, non ne sarà contenta!”
Un improvviso brivido di freddo percorse la schiena
di Joy. “Povere donne, ma che colpa hanno?”
“Poverine?” Gracchiò la nonna, “quando si arrabbiano
dovete scappare a gambe le-va-te! Sono veloci, nere e brutte come la peste
bubbonica! Badate bene, se vi acchiappano, potrebbero seppellirvi morte o
vive!”
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